venerdì 26 luglio 2013

"CI SONO MOMENTI" - ENRICO NASCIMBENI

Ci sono momenti dove tutto diventa polvere sporca
tutto collima con la parola ombra opprimente
come il caldo incedere di questi giorni.
Ma la luce e' sempre dietro l'angolo
la luce e' in te
talmente abbagliante
da sembrare altare di sconosciute religioni
dove tu sei santa e martire
dove tu sei sacerdotessa e adepta
dove tutto e' magia bianca
e onde violente del sapere.
Lasciati alle spalle la notte
cammina fiera di quello che sei
anima in pena
con gli occhi da cerbiatto
ed il cuore che attraversa stagioni e monsoni.
Sei un vento che porta profumo di buono
e che nessuno puo' afferrare
ma solo sentire
ed amare. 

 

giovedì 25 luglio 2013

"IL TUO TEMPO" - ENRICO NASCIMBENI

Volteggiano le palpebre nell'arcipelago salato
dei tuoi gesti bambini
di donna che traspare
trasparente
come un giorno affamato di perche'.
Oh si  tu sei pelle nervosa
nobile incanto
lettera aperta mai aperta
briciola su un verso scritto al futuro.
Mi scopro a spiarti
mentre cogli il frutto
che ha il sapore del tuo tempo nel tempo.
E trasognato di cielo
bevo tutto di un sorso
il tuo gesto piu bello.







mercoledì 24 luglio 2013

"TU" - ENRICO NASCIMBENI

Sorriso accennato.
Passo lungo e poco disteso.
Bocca serrata fino a farti male.
Ombre che fanno capolino dalla tua borsetta.
Luce nell'anima.
Perdono.
Tristezza.
Dolcezza.
Autostrada fiorita.
Mani sincere.
Bocca.
Bussola che indica Oriente.
Merit One che finiscono quando non dovrebbero finire.
Calore.
Calorie.
Parole.
Poesie che non sai di scrivere.
Rispetto.
Mistero.
La casa della mamma.
Bacio.
Fragile.
Tu.
Si tu Patrizia.
Per sempre tu.
In me. 


 


"SENZA LATITUDINI" - ENRICO NASCIMBENI

Senza latitudini e' l'ombra che ti spia
nel disguido di inceppi della mente
e gli ultimi fuochi di Sant'Elmo
si stanno diradando
perseguitati dalla luce.
Non ci resta che abbracciarci
dirci qualche parola in una lingua che solo noi conosciamo
amarci
nell'infinito sorriso
del nostro viverci. 



martedì 23 luglio 2013

"I SEGNI DEL CIELO" - ENRICO NASCIMBENI

I segni del cielo si divincolano dal quadro dell'universo
e tutto e' liberta' ora nel mio amarti.
Accendo la sonnolenza con un lanciafiamme
tiro diamanti contro un diamante
attacco manifesti alla notte
cammino nella sacralita' del Tibet
mi siedo sul mare
rilasso la pianta della sapienza con banali discorsi sull'inverno.
Ora non manca niente
e dalla porta semichiusa
si sente galleggiare serena
la musica delle nostre giornate infinite.

"IL CHIASSO DI TRE COSE..." - ERRI DE LUCA


Il chiasso di tre cose
va per il mondo sopra oceani,nevi,
terre di siccita’ e risaie:
e nessuna membrana dell’udito
lo cattura, il chiasso di tre cose.
Il chiasso del sole che va per il cielo,
il chiasso della pioggia
quando il vento la stacca dalle nuvole
e il chiasso dell’anima
da un corpo che la sputa.

"LE MIE DITA NELLA TUA BOCCA" - ENRICO NASCIMBENI

Le mie dita
nella tua bocca
sono poesie
scritte col tuo ventre. 

lunedì 22 luglio 2013

"IL MITO DELLA CAVERNA" - PLATONE

Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.
Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muricciolo, lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l'attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un'eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.
Mentre un personaggio esterno avrebbe un'idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (ricordando che sono incatenati fin dall'infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali.
Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l'uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del sole ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.
Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s'irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.
Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell'acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell'acqua, e capirebbe che:
« è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano. »
(Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c - d, trad.: Franco Sartori)
Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all'ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con "gli occhi rovinati". Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento e, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.

Il mito della caverna nella società moderna e nei media

Plato's allegory of the cave.jpg
L'idea della liberazione dell'uomo dalle catene della sua esperienza limitata ed il raggiungimento della pura conoscenza della realtà è comune a molte culture; anche le scoperte e le invenzioni che rendono tale il mondo moderno possono essere viste come risultato del tentativo dell'uomo di superare i propri limiti per raggiungere ciò che è oltre la conoscenza del momento. La letteratura, la scultura, il cinema ed in generale tutte le arti sono ricche di storie di uomini che, sfidando l'ostilità dei contemporanei, si sono "liberati dalle catene" dell'opinione arrivando a conoscere la verità e sono poi tornati a riferirla, non sempre guadagnando rispetto ed ammirazione, agli ex compagni di prigionia. Inoltre, nel Novecento il mito della caverna è divenuta una metafora che simboleggia quanto i mass media influenzino e dominino l'opinione pubblica, interponendosi tra l'individuo e la notizia, manipolando quest'ultima secondo necessità.
  • Nel film Il conformista di Bernardo Bertolucci, ambientato durante il Ventennio, un vecchio professore si serve del mito della caverna per illustrare la condizione di accecamento morale e politico prodotta dal fascismo.
  • Nel film The Island, un popolo di cloni è tenuto prigioniero sotto terra con proiettata una realtà olografica, uno di loro compierà un viaggio che lo porterà alla consapevolezza della sua condizione e lo spingerà a liberare gli altri
  • Nella trilogia Matrix, la razza umana è controllata e sfruttata dalle macchine, che fanno credere loro di vivere liberamente nel mondo del XX secolo, mentre in realtà la tengono imprigionata, coltivando uomini e donne per trarne l'energia necessaria alla loro sopravvivenza meccanica. La gente vive senza accorgersi minimamente della realtà perché vive collegata ad un sistema informatico, chiamato appunto Matrix dai dissidenti, che invia impulsi elettrici al cervello umano, convincendo gli uomini di vivere in un mondo che, in realtà, non esiste più da centinaia di anni. Spetterà al Prescelto, Neo, liberarsi dall'illusione biochimica e, con l'aiuto dei ribelli, ritornare nel sistema per tentare di liberare la razza umana dal controllo delle macchine. Sia il finale del primo film con il dialogo di Neo al telefono, sia il comportamento del personaggio di Cypher, lasciano tuttavia intendere che, anche messi di fronte alla realtà delle cose, non tutti gli uomini saranno disposti ad abbandonare la loro "prigionia", preferendo la tranquillità e la sicurezza della loro vita illusoria.
  • È simile il riferimento al mito in WALL•E, film di animazione in cui l'umanità è rinchiusa in un'astronave, incapace di deambulare, finché il capitano dell'astronave non si ribella al "pilota automatico" e riporta la nave verso Terra.
  • Nel film The Truman Show, il protagonista crede di vivere in una tranquilla cittadina americana; è abituato a considerare "reali" i suoi amici, il suo lavoro, il suo paese, la sua fidanzata. In realtà egli vive, fin dalla nascita, in un reality show televisivo di cui è l'unico inconsapevole protagonista e le persone con le quali ogni giorno comunica sono semplicemente delle comparse del programma.
  • Nel film Il tredicesimo piano, viene trovato morto un famoso programmatore di mondi virtuali, immense simulazioni di città del passato abitate da esseri virtuali con personalità umana. L'unico indizio sul delitto è stato lasciato all'interno di uno di questi mondi ed un collega della vittima dovrà entrarvi per recuperarlo, facendo attenzione a non rivelare alle entità in esso viventi la loro reale situazione: se, infatti, una di queste entità scoprisse la verità, le conseguenze sarebbero imprevedibili.
  • In Arancia Meccanica, il protagonista Alex è sottoposto alla "cura Ludovico"; legato con una camicia di forza ad una sedia, la testa fissata con lacci e gli occhi tenuti aperti forzosamente, è costretto a guardare per ore la proiezione di filmati estremamente violenti dagli scienziati che decidono per lui cosa è bene e cosa è male. Come incatenato nella caverna, può solo guardare sulla parete ombre proiettate dagli artefici/giganti.[1]
  • In Tutta la vita davanti c'è un richiamo diretto al mito della caverna. La protagonista Marta, laureata in filosofia, prima lo racconta alla piccola Lara e poi, venendo delusa da Giorgio, il sindacalista, gli dice che lo riteneva l'uomo che l'avrebbe salvata dalla caverna.
  • Nel libro La caverna Saramago rivisita il mito della caverna, e lo porta ai giorni nostri. È la storia di un vasaio cui viene rifiutata la solita fornitura di stoviglie da parte del Centro - una città-centro commerciale quasi infinita e maligna. L'artigiano si troverà così costretto a inventarsi un altro prodotto e, soprattutto, a confrontarsi con il Centro stesso.
  • Una tematica simile è sviluppata nell'anime di fantascienza Zegapain (ZEGAPAIN -ゼーガペイン-) in cui il protagonista scopre che il genere umano, così come credeva di conoscerlo, non esiste più e gli ultimi sopravvissuti sulla Terra vivono sotto forma di apparizioni virtuali in enormi elaboratori quantistici che simulano la vita di intere città (ognuna immagazzinata in un server) e ignorano la verità del mondo esterno. I nemici contro cui il protagonista e i suoi compagni combattono a bordo di grandi robot antropomorfi (mecha), nella speranza di una futura "resurrezione" o "risveglio", sono esseri umani evoluti capaci di rigenerarsi e privi di individualità ed emozioni, che tentano di adattare la Terra alle proprie necessità e di eliminare i resti della vecchia civiltà umana.
  • Nel film V per Vendetta la protagonista Evey Hammond viene imprigionata e torturata per estorcerle delle informazioni. Poi si scoprirà che quel luogo di prigionia era solo un'illusione creata dal suo mentore V affinché Evey potesse liberarsi dalle paure che la tenevano incatenata. Come un novello Platone, il personaggio di V scopre un inganno volto a sottomettere l'umanità e tenta di liberarla, a cominciare dalla sua discepola Evey Hammond e dall'ispettore Eric Finch.
  • Nel film Dark City il protagonista John scopre che la città in cui vive è in realtà un laboratorio extraterrestre. Gli alieni stanno conducendo esperimenti sugli esseri umani per carpirne il segreto dell'individualità.
  • Nel film Essi vivono il protagonista John Nada trova degli strani occhiali da sole che gli permettono di vedere la verità: gli alieni hanno invaso la terra e mediante il controllo sui mass media stanno sottomettendo gli esseri umani.
  • Nel film greco Dogtooth, una famiglia non ha mai fatto uscire i propri figli che, cresciuti, vivono in un mondo tutto loro creato dai genitori. Sarà la sorella maggiore, tramite alcune videocassette, a superare la barriera che separa la famiglia dal mondo esterno.
  • Nel film Sbucato dal passato, la famiglia Webber si rinchiude per 35 anni in un rifugio antiatomico per salvarsi dai bombardamenti. All'interno del rifugio nascerà Adam che, una volta adulto, uscirà e scoprirà che non c'era stato alcun bombardamento ma semplicemente un aereo era precipitato sulla casa dei Webber. Adam si impegnerà quindi per far uscire i genitori dalla caverna.
  • Nel film I Croods

"DUE" - ERRI DE LUCA



Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso.

"L'ISOLAMENTO DEL CUORE" - ENRICO NASCIMBENI

L'isolamento del cuore
porta verso letali isole
dove non cresce piu' nulla
dove non arriva piu' nemmeno il mare.
Visitai un'isola cosi'
cercai di portare una stella e una palma
ma tutto si spegneva subito, tutto sfioriva.
Che poi ci si perde
che poi ci si cerca
che poi ci si trova.
Lento e' il cammino
del viandante ballerino
lenti i suoi gesti
maestosa e' la sua faccia segnata da rughe di cristallo prezioso.
Tutto poi si beve tutto di un sorso
malinconia e falsi sorrisi
la gola si secca ancor di piu'
e gli occhi celano mondi sommersi da un destino
costruito da noi stessi.
 Trovai la fonte di acqua pura
trovai il perdono
in un giorno di agosto
in un viso
che venne applaudito dalle cicale.

sabato 20 luglio 2013

"LA PORTA DELLA VITA E' MISTICA REALTA' " - ENRICO NASCIMBENI

La porta della vita
e' mistica realta'
un esercizio spirituale
una preghiera recitata a bassa voce
 stringendoti la mano
 nel cammino che stiamo facendo insieme.
Mi confondo
nel mistero dei misteri
afferro con timidezza le parole che non so
ma  le parole parlano da sole
e pazientemente mi sussurrano verita'
che la mia mente non percepiva.
Tu mi hai disegnato un cerchio:
siamo noi
mi hai detto.
Cosi' profondo
come fossa delle Marianne
e' il tuo vivere
tra il buio e la luce
tu
che sei elettrica inquieta capricciosa lampadina colorata.
Cosi' inquieto e' il tuo ventre
che mi accoglie
con pudore antico.
Penso a chi ti ha dipinta
liberata  nel mondo
disorientata perennemente dal brusio di banali esistenze
affascianata dal piu' anormale paranormale.
Immensi sono gli occhi degli dei
 che sul monte Olimpo
banchettano col nostro destino.
Sono canti orfici
anche i tuoi silenzi.
Che ascolto
distratto solo
dal profumo del tuo respiro.









venerdì 19 luglio 2013

"LANTERNE DI MADREPERLA" - ENRICO NASCIMBENI

Lanterne di madreperla
negli angoli della mia vita
corrosivo sorridere alla parole sdrucciole
e alle talpe del giardino
sotterranee presenze
 infaticabili
e occhialute.
Rasta che fumano incuranti del mare
cognizione
di santi e madonne sparpagliati sul pavimento.
La mia assenza dipende dai silenzi
inopinabili
dei colori del muro sbiaditi dall'umidita'.
La mia presenza
e' cosi' presente
da assordare i sordi.
Sono dipendente
da un sorriso
e da una mano che mi cerca.
Mi scuso col buio
e mi bacio
con passione.




"L'EQUILIBRIO"


Da quando si è messo in piedi sugli arti posteriori, l'uomo non sa più riacquistare l'equilibrio.(Stanisław Jerzy Lec)

SCORPIONE E CAPRICORNO

Una volta superato questo periodo iniziale, sicuramente tra di loro si instaurerà un dialogo sincero e leale. Hanno molto da imparare l’uno dall’altro: lo Scorpione può imparare a tenere sotto controllo la sua emotività, mentre il Capricorno può imparare ad essere meno freddo e impassibile nei confronti delle persone che lo circondano, ma anche nei confronti dei suoi stessi sentimenti. Se il loro impegno sarà totalmente rivolto alla buona riuscita della relazione, nessun ostacolo potrà distoglierli dal loro intento.

"LA VITA OSCILLA" - EUGENIO MONTALE

La vita oscilla
tra il sublime e l'immondo
con qualche propensione
per il secondo
ne sapremo di più
dopo le ultime elezioni
che si terranno lassù
o laggiù o in nessun luogo
perchè siamo già eletti
tutti quanti
e chi non lo fu
sta assai meglio quaggiù
e quando se ne accorge
è troppo tardi.
Les jeux sont faits
dice il croupier, per l'ultima volta
e il suo cucchiaione
spazza le carte.

giovedì 18 luglio 2013

"FORSE NON LO SAI MA PURE QUESTO E' AMORE" DA "STRANAMORE" DI ROBERTO VECCHIONI

Patrizia sono solo un uomo innamorato di te.
E quella che vedi nella foto e' la mia ombra sulle scale.
Tutto qua.
Tutto.
Tutto in me.
Tutto in te.
Tutto in noi.
(enrico nascimbeni)





"NON CHIEDERE" - JAQUES PREVERT

Non chiedere alla foglia di non muoversi.
Non può... c'è il vento!
Non chiedere al sole di rimanere immobile.
Non può... c'è la notte!
Non chiedere all'uomo di vivere in eterno.
Non può... c'è la morte!
Non chiedermi di non amarti.
Non posso... ti ho vista!

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-21069>

L'ULTIMA LETTERA DI CHE GUEVARA AI SUOI GENITORI

1 aprile 1965

Cari vecchi,

Sento di nuovo sotto i talloni i fianchi di Ronzinante, riprendo la strada, scudo al braccio.


Sono quasi dieci anni che vi ho scritto una lettera d'addio. Se ricordo bene, mi lamentavo di non essere un soldato migliore e un miglior medico; medico, non m'interessa più, e come soldato non sono poi così male.

Non è cambiato nulla di fondamentale, se non che sono molto più consapevole, che
il mio marxismo si è approfondito e decantato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che vogliono liberarsi, e sono coerente con ciò che credo.
Molti mi tratteranno come un avventuriero, e lo sono, ma di un genere diverso, e di quelli che rischiano la pelle per difendere le proprie convinzioni.

Può darsi che stavolta sia l'ultima. Non la cerco, ma è nel calcolo logico delle probabilità. Se così fosse, vi abbraccio per l'ultima volta.

Vi ho amati molto, ma non ho saputo dar voce alla mia tenerezza.

Nei miei atti sono molto rigido e credo che talvolta non mi abbiate capito. È vero,
non era facile capirmi. Oggi, semplicemente credetemi.

Adesso, una volontà che ho affinato con gusto d'artista sosterrà le mie gambe molli
e i polmoni affaticati. Andrò fino in fondo.

Ricordatevi di tanto in tanto di questo piccolo condottiero del XX secolo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan, Martín e Patotín, a Beatriz, a tutti. Vi abbraccio, vostro figlio prodigo e recalcitrante,

Ernesto

"A VOLTE L'OMBRA E' LUCE" - ENRICO NASCIMBENI

Il "guerriero di luce" a volte cerca l'ombra
per ripararsi dal sole
per rendere giustizia alla luna
per trafiggere antiche solitudini e draghi di polistirolo.
Leggere leggere
e ancora leggere
e leggeri volti  da riplasmare per ridisegnare il passato e vivere il presente.
Soffice vagare nella mente
fari antinebbia
lenta andatura
coni di gelato amaro
le tue parole
i tuoi gesti
i giorni di merda
i giorni bellissimi
l'altalena
altalenando pensieri
a volte pubblici
a volte nascosti
in un prive' proletario di nobili origini.
Il terrore di aver gia' detto tutto
la salvezza di capire di non aver ancora detto niente.
Eh amore mio sapessi quante volte digiunero' in tuo onore (cibandomi di uno gesto).
Eh Enrico stupenda e' la strada verso il capolinea
non ti aspettavi di rinascere in mezzo al tuo tempo...
Sinergia non puo' far rima con apatia.
Il pensiero positivo si espande nel mio buio
e spara  alle tenebre
con mira infallibile.
Se sono un poeta non lo so
e non me ne frega un cazzo di saperlo
ritaglio sensazioni
e le incollo sulla schiena delle farfalle.

 






"DUE ORE DI SONNO" - ENRICO NASCIMBENI


Ho attraversato due ore di sonno
il resto sono stati pensieri
pensarti
pensarmi
la notte con non finisce mai
un libro
la tv
il giardino
sigarette
un panino col prosciutto
l'alba
un te' coi biscottini
l'auto dal meccanico.
Avrei preferito attraversare un mare con te
ma cosi' e' andata.
Buongiorno "orlanda furiosa"
dolce certezza
libero arbitrio
vestito nuovo che mi sta a pennello
onda veloce
che si inebria di numeri magici.




mercoledì 17 luglio 2013

"IL FASCISMO E'..." - WILHELM REICH

Il fascismo ideologicamente è la ribellione di una società malata mortalmente sia sul piano sessuale che economico contro le dolorose ma decise tendenze del pensiero rivoluzionario verso la libertà sessuale ed economica, una libertà al solo pensiero della quale l'uomo reazionario viene assalito da una paura mortale.

Wilhelm Reich (Psicologia di massa del fascismo)

"IO NON HO BISOGNO DI DENARO" - ALDA MERINI



Io non ho bisogno di denaro
ho bisogno di sentimenti
di parole
di parole scelte sapientemente
di fiori detti pensieri
di rose dette presenze
di sogni che abitino gli alberi
di canzoni
che facciano danzare le statue
di stelle che mormorino
all'orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia
questa magia che brucia
la pesantezza delle parole
che risveglia
le emozioni e dà colori nuovi.   

CLIP TRATTA DAL FILM "L'AMORE DURA TRE ANNI"

Lo puoi guardare anche senza il sonoro. Vediamo se riconosci un gesto che..:)

"IL RITO" - ENRICO NASCIMBENI

La donna entro' nella casa. Il rito stava per cominciare. Una casa costellata da immagini sacre, fiori secchi, feticci di ogni genere. Il suo naso venne subito invaso da un odore acre, forte. Era odore di sangue. Attraverso' tante stanze e arrivo' nella stanza. Stavano sgozzando una gallina. Una bambina coi capelli di un colore indefinito intinse un dito in una ciotola dove il sangue della gallina era stato fatto fluire. E poso' il dito insanguinato sulla gamba di un uomo. La donna comincio' a sentirsi male. Senso di soffocamento e vomito.Usci' di corsa e respiro' a pieni polmoni. Ma da tutto quello che aveva visto, e da quello che aveva sentito dentro di se era affascinata. Respiro' e vomito' sulla strada. Ma tutto sembrava naturale. Magicamente naturale. "Ogni divinita', ogni dio, ogni credo - penso' la donna - ha le sue verita' ". La donna si incammino' verso la sera brasiliana. Con la netta impressione che qualcuno o qualcosa la stesse seguendo. Poi capi' chi la stava raggiungendo a passi velocissimi. Era la sua mente.

"LE LIBELLULE" - ENRICO NASIMBENI

Diletto delle libellule
e' danzarti intorno
quando non riesci a dormire.
Gioia delle mie dita
e' farti il solletico
per vederti ridere.
E le libellule planano
sulle  tue nascoste
anime contrapposte.
Tutto intorno
e' sapore di te
e di foresta.
Si squarciano i miei movimenti
per sentirti ansimare.
E le libellule
stanno parlando
di un giorno d'agosto
quando entrasti in casa mia
con una valigia di pioggia purificatrice
e inquieto vivere. 


TRATTO DA "DONA FLOR E I SUE DUE MARITI" DI JORGE AMADO

"...un' amore così grande che resiste oltre la vita disastrosa, così grande, che, dopo di non essere, sono tornato ad esistere, e sono qua. Per darti gioia, sofferenza e godimento., sono qui. Ma non per restarti accanto, essere la tua compagnia [...]per questo no, amore mio. Questo è compito del mio nobile collega di letto.....e migliore di lui non ne troverai...io sono il marito della povera dona Flor, colui che viene a risvegliare la tua ansia, a mordere il tuo desiderio, nascosti nel fondo del tuo essere, dietro al tuo ritegno...lui si occupa della tua virtù, del tuo onore, del tuo rispetto...lui è il tuo volto mattutino, io sono la tua notte, l' amante di fronte al quale non hai né possibilità di fuga, né forza. Siamo i tuoi due mariti, i tuoi due volti, il tuo sì e la tua negazione. Per essere felice hai bisogno di tutti e due. Quando eri sola con me, avevi il mio amore ma ti mancava tutto, e quanto soffrivi! Poi avesti solo lui: avevi tutto, non ti mancava nulla, e soffrivi ancora di più. Ora, si, sei dona Flor intera, come devi essere......"

martedì 16 luglio 2013

"LA NOSTRA RANA" - ENRICO NASCIMBENI

Una rana sorridente  ci portera' in un paese
dove non esiste il male
la gente e' felice di vederci felici
tu non scordi di comprare le sigarette
la rondine puo' risposare sulle tue spalle
le tue spalle possono riposare sulla rondine
i tramonti non conoscono malinconia
i libri fioriscono sugli alberi
le strade sono volate da fate
e le case saltano e ridono.
Lo so questo paese non esiste
ma tu si
e questo mi basta.
E comunque
trovero' quella rana sorridente.





IL CATTIVO


"Non esiste indizio più infallibile di un cuore profondamente cattivo, della più bassa indegnità morale, che un tratto di pura e cordiale gioia del danno altrui".
(Arthur Schopenhauer, Sul fondamento della morale)

"STO PREPARANDO UNA SPIAGGIA PER TE " - ENRICO NASCIMBENI

Sto preparando una spiaggia per te.
La sabbia la portera' capitano Achab.
Siddharta si occupera' delle sedie a sdraio.
Garcia Marquez gestira' i tuoi spazi di solitudine (cent'anni per lui sono un momento)
Marcuse verra' per me, a spiegarmi che non e' un fascista.
Marx ascoltera' e prendera' appunti.
Yung ti leggera' i tarocchi e analizzera' le conchglie depresse.
Kafka scegliera' i tuoi  costumi da bagno e caccera' gli scarafaggi (uno se lo portera' con se).
Pinocchio vietera' l'accesso al gatto e la volpe, paparazzi sgraditi.
Ungaretti ci illuminera' di immenso.
Primo Levi si occupera' delle tue mani.
Bukowsky ti spalmera' olio abbronzante sulla schiena (difficile sara' fermarlo quando arrivera' al tuo culo).
De Carlo arrivera' con un gruppo di narcisi.
La Merini colorera' gli ombrelloni.
Montale portera' il suo mare solcato da ermetiche petroliere.
Freud vedra' un cazzo pure nel secchiello e cerchera' di motivarlo osservando la paletta.
Con Dante si faranno pettegolezzi.
Pasolini garantira' un cielo azzurro di periferia.
Ti aspettiamo Patrizia
con le facce da bambini
che attendono il loro turno
per fare un giro nella giostra coi cavallucci marini che vanno su e giu'.







"LA SOLITUDINE..." - JIM MORRISON

"La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno."

lunedì 15 luglio 2013

"LA NOTTE A VOLTE SI PIPPA PURE LE STELLE" - ENRICO NASCIMBENI

La notte a volte si pippa pure le stelle
e il suo puscher e' un poeta un po' stanco
con gli occhi mezzi chiusi
e la sua poesia lasciata a meta' che non sa finire
non vuole finire
non deve finire.
Timido approccio alle rotondita' del tuo terzo occhio
piacevole grattata di coglioni
la tua foto imbrattata di pensieri
un accenno di grandezza
la sigaretta che brucia le dita
incenso comprato dai cinesi che si continua a spegnere.
Merdosi cinesi fottuti e fottuto rimane chi vorrebbe respirare il fumo profumato
dell'essenza di cannabis
ma andrebbe bene pure il gelsomino.
L'assenza del tuo corpo e' il vagare delle mani tra le rotondita' del pensiero.
L'assenza delle tue parole e' dimensione nota alle orecchie e al telefono che non da' piu' segni di vita.
Ti piacciono i lupi eh? I lupi veri pero', quelli buoni che non si avvicinano agli uomini per non essere sbranati.
Tu un po' sei come loro.
E hai ragione e va bene
anch'io sono lupo impaurito che pero' senza paura ti si avvicina  per farsi accarezzare il pelo liscio e odoroso di vita libera.
Ma si
e' notte Molletta
tutto di notte e' lecitamente illecito
comprese le puttanate che sto scrivendo
compresa la voglia che ho di comprati una casa con le ruote che ogni volta che hai voglia di vedermi ti porti da me lungo binari di argilla
 plasmata insieme.
Vado a pisciare in giardino
canticchiando la nostra canzone
alle zanzare e ai moscerini piccini piccio'.
Tu non sai
(o forse si)
quanto abilmente questo ultracinquantenne ora sappia fermare
grazie a te
un pensiero cattivo
un'oppiacea panacea
un violento vivere
una voglia di vendetta contro le ombre.
Crocifiggerei quelli che hanno certezze
ma una certezza me la concedo
da quando mi hai fatto scoprire che ho ancora spalle robuste:
ora so sollevare e far ritornare al suo cielo con una spinta
una nuvola
caduta
dentro casa mia.
E con o senza il tuo permesso
saro' per te
terra appena arata
rivoluzione
accendino che funziona
filosofia comprensibile
magia bianca
biscotto appena sfornato
occhi azzurri (tornati all'azzurro perduto)
fuoco
graffito
silenzio
urlo
nota
pagina
eccesso
carezza
simbiosi
aspirina
fiore
sasso
sesso
seme.
Lascio agli altri il vivere frenetico
le sveltine, i falsi si e i falsi no.
La notte a volte si pippa pure le stelle
io la guardo con distacco
e mi consegno a te
disarmato
e prepotentemente sereno. 





 


 .



"LE DONNE PIU' FORTI" - ERIKA MOON

Le donne più forti amano i diversi, gli sbagliati, quelli che poi si rivelano incredibilmente giusti.
Le donne forti amano i personaggi deboli del loro tempo, ma forti nel futuro.
Le donne forti amano fermare i pianti di chi sa.
Le donne forti sono forti e glielo puoi leggere addosso.
Le donne forti hanno sofferto.
Le donne forti non cedono per seguire altri esempi.
Le donne forti si creano, ma riescono a distruggersi cercando di capire perché si sono create così.
Le donne forti amano le soluzioni difficili, purtroppo capiscono che sono le uniche. Le donne forti amano in modo diverso, amano forte.
Le donne più forti il più non lo conoscono, perché il più sono loro.

VERSO TRATTO DA "OMBRE E LUCE" DI IVANO FOSSATI

"...Voltati per un sorriso qui nel buio
tienimi la mano
guarda come corrono quei due nell'ombra
e che bagliori fa la gelosia..."

"DISIDRATATI GIORNI" - ENRICO NASCIMBENI

Disidratati giorni di disordinata follia
la tua vita veniva spiata
da occhi meccanici
che fissavano l'attimo
del tuo ignaro abbandono.
Maleddetto me ma io dov'ero?
Uno
anzi due
corpi maligni
ti rubarono un po' di anima
e la tua pelle color tramonto in India.
Maledetto me ma io dov'ero?
Tu non hai mai posseduto una pistola intarsiata
e nemmeno uno stiletto malese
e sei sprofondata
nell'inganno che si era dato un nome e un cognome sinuosamente allettanti: parvenza di liberta'.
Maledetto me ma io dov'ero?
Capita a tutti
e a noi voci e corpi che si dissolvono all'alba
di avere in mano la penna per firmare il patto col diavolo.
Maledetti noi ma dov'eravo caduti?
Risalisti
con la fatica di chi si lava le mani con acqua di mare
di chi crede alle fate
e ti rinchiudesti in una prigione
che aveva muri colorati dal tuo dolore.
Maledetto me ma io dov'ero?
Ora
se ci ripenso
non seppi sentire il rumore delle tue lacrime.
Tic tac tic tac
cadevano sul tuo pavimento
in espansione che diventa marea.
Maledetto me, maledetto me, maledetti loro.
Ed ora
che siamo una sola fotografia
scattata da un nostro amico
l'amico invisibile
che ci accompagna dall'infanzia
ci possiamo abbandonare
a puliti scatti tra una foresta e un "bacio sulla bocca".
Ti pensavo
ed ora ti penso
avvolta
serenamente
nel mantello
che ti ha ricamato
la pioggia
di un temporale estivo. 










"E SE TI DICESSI CHE TI AMO?"

"Penso a te anche quando sei con me....."

domenica 14 luglio 2013

"LA NOSTRA STORIA" - ENRICO NASCIMBENI

La nostra storia
e' orologio con le lancette di betulla.
Rapidi spostamenti di mari e correnti di cristallo (tu sei).
Una notte a intrecciare come corde  le nostre voci
per scoprire
verso l'alba
che di reali sogni e' il tuo respiro affannoso.
Abbiamo ripassato come studenti prima dell'interrogazione
le nostre vite
quando erano parallele
piccoli cuori in cerca di una piccola casa.
Ricordi quella canzone che ti mandai?
E quella musica diventa aria da bere.
Immagino il tuo viso
sferzato da tempeste anomale
cosi' bello
da fare invidia allo specchio.
Immagino le tue lenzuola
bandiera
del vivere solitario
in compagnia di libri
che mangi per cena
con vorace voglia di sapere il perche' non sappiamo.
Vengo da te
vengo per te
vengo da lontano
vengo da vicino
vengo per dirti che sono io
quello che sbatte le braccia come ali fuori dalla finestra.
La nostra storia
ci ha sorpresi
come bambini
che scartano i regali di Natale.
Il resto per me sei tu
che guardi stupita
il lento incedere
dei colori
di questo quadro futurista
dove sei dipinta
con incompresibili segni
che ora senza paura
escono dalla cornice
e invadono la vita.












sabato 13 luglio 2013

"NONOSTANTE TUTTO" - RICCARDO COCCIANTE

Che cosa ha di bello una rosa sfiorita ?
Che cosa ha di bello una rosa appassita ?
Ha che nonostante tutto è sempre una rosa
Ha che nonostante tutto è per te...
Che cosa ha di bello una vita noiosa ?
Che cosa ha di bello una vita delusa ?
Ha che nonostante tutto è la mia vita
Ha che nonostante tutto io vivrò...

"IL MIO NUOVO MESTIERE" - ENRICO NASCIMBENI


Mi sollevo
dall'incarico
di essere un uomo strozzato da una cravatta.
Il mio nuovo mestiere
e' rincorrere una volpe
che non fugge ma mi aspetta
nella sua tana fatta di vestiti quasi tutti neri
una ventola che danza
e libri su libri sparsi sui suoi sogni
scure girandole colorate, ammirate dagli occhi di una bambina condannata a stupirsi per sempre.
E' sfuggita ai vampiri del Colosseo e a rotti in culo mascherati da amici comprensivi.
E la fuga da loro
per lei
non e' stata facile
ma dolorosa tra sabbia bollente e la ribellione della sua mente.
Io non l'ho raccolta
lei non mi ha raccolto
semplicemente ci sfiorovamo da anni
e in un attimo ci ha legati una corda di edera
e le nostre bocche pensanti
hanno fatto il resto.
Un giorno
faremo una foto insieme
incoscientemente coscienti
che i fotografi
saranno
il mare, l'erba del mio giardino, una rondine tatuata, il vento che soffia a ponente, un foglio tatuato di dolci parole, tarocchi in ordine sparso, puliti pensieri d'amore, due cani e un presepio allestito fuori stagione.
Mi innondo di lei
nelle agitate notti
rassicurate dai suoi occhi
color di donna che fugge dal male
che fu rincorsa dal male
ma lo lascio' li'
disteso come un ubriaco senza equilibrio
a cercare le chiavi di casa
non trovandole piu'
e non trovando piu' nemmeno la casa.
Mi fingo lei
e sereno mi accarezzo
il mio viso disteso.


 


"CI CONOSCEVAMO DA DOMANI" - PATRIZIA PIRO





Ero io
quel giorno che inciampando nel primo bacio…
iniziai un lungo sogno posato su una lettera mai spedita
Ero io
quella corsa fuori da casa tua come fossi rincorsa da un fantasma.
Ero io
quella del dire tutto, dell’entrare a gamba tesa senza paura d’essere sbattuta fuori.
Ero io
quel giorno che vassoio in mano decisi di portarti la prima colazione a letto.
Ero io
quella dei boxer maschili e della maglietta, la divisa di giorni trascorsi tra camera e camera, lenzuola e lenzuola, cuscini e cuscini…
Ero io
quella che dammi un bacio
Ero io
che bello che sei
Ero io
del casino incasinato del disordine assoluto.
Ero io amore ero e sono io.
Ero-sono
lo sai vero?

venerdì 12 luglio 2013

"RITRATTO DI DONNA COPERTA DI SETA" - ENRICO NASCIMBENI

Ed e' sulla  tua schiena
che scrivero' la mappa
dei deserti da accarezzare.

"NEL VUOTO DI ME" - ENRICO NASCIMBENI


Nel vuoto di me
scopro
pezzi sparsi
delle tue mani.
E li raccolgo
con minuzioso
amore per te. 

"AMARE...SONO A VOLTE LE TUE PAROLE" - ENRICO NASCIMBENI


Incoscientemente riposo sul ciglio di un burrone.
Amare sono a volte le tue parole.
Distaccate.
Dilaniate dall'afa e dalla stanchezza.
Dolcemente ringhianti.
Violente ribellioni a lontani torti.
Non con me amore mio
non con me.
Ti chiedo solo i tuoi occhi
e una piccola scatola di cartone con dentro le tue lacrime.
Vorrei metterci anche le mie.
Vorrei non essere uno che e' venuto dopo un altro.
Non ti permettero' di accoltellare i nostri baci.
Sono solamente un uomo che ti ama.
Sono solamente un uomo.
E di te voglio
solo
il soffice rumore dei tuoi capelli
e il disordinato incedere dei tuoi passi
mentre vieni
verso di me.



mercoledì 10 luglio 2013

"ATTI IMPURI" - ENRICO NASCIMBENI





Quanti atti impuri dovro' ancora compiere
per guadagnarmi
il tuo azzurro
paradiso in fiamme?
Melodie lontane
 azzannano impietose
il non estetico vivere
in mutande
sull'orlo di una nuvola di fumo.
Il resto e' solo il gesto
un po' infantile
di misurare
i centimetri di un tuo sorriso.




Bruce Springsteen - Racing In The Street

"...Sta seduta sulla veranda della casa di suo padre
ma tutti i suoi bei sogni sono infranti
guarda da sola lontano, nella notte
con gli occhi di una che odia
per il semplice motivo di essere venuta al mondo
per tutti gli estranei sconfitti e gli angeli da hot rod
che rombano attraverso questa terra promessa
stanotte la mia donna ed io correremo fino al mare
e laveremo dalle nostre mani questi peccati..."

"CHISSA' CHE STAI FACENDO..."

"... chissà che stai facendo...
...guardo in me stesso, senza sapere dove andare, un sole appena velato, traslucido, opaca le ore...
...il tempo è un tiranno...
...è un vuoto di esistenza che va da una riva all´altra del vivere e non riesce a darmi pace".

"SE TRACCI COL GESSO.." - HERMAN HESSE

“Se tracci col gesso una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi. Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso. Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l’aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi del mondo. Ciò che conta è tutto dentro di noi; da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d’amore e d’accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.”

Antoine de Saint-Exupéry


"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice. [...] Quando saranno le quattro incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi, scoprirò il prezzo della felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore."

martedì 9 luglio 2013

"INQUIETA LATITUDINE"- ENRICO NASCIMBENI

Siediti qua
accanto a me
chiudi gli occhi
rasserenati
riposati
inquieta latitudine
che navigando a vista
 ho cercato
per tutta la vita. 

"FA CALDO" - ENRICO NASCIMBENI

Fa caldo
si cazzo fa caldo
puttana eva fa caldo
il caldo mio toglie la parole
buonanotte a domani.
Ho ascoltato questa tua litania sul caldo
in gelidi attimi di silenzio al telefono.
Mentre tu dicevi queste cose
ti accarezzavo
di nascosto
per non aumentare la tua calura.
Arrivera' agosto
e scaraventera' in tutto l'universo
i nostri bisbigli di amorosi.
Ho scritto queste brevi stronzate
solo per dirti che ti amo
anche quando ti sento distaccata...
e accaldata.
 So chi sei (o a volte penso di saperlo)
e mi basta questo
per consegnarti
la mia matita piu'colorata
che scrive solo di noi.






lunedì 8 luglio 2013

"1000 OCEAN - TORI AMOS



"Queste lacrime che ho pianto. ho pianto 1000 oceani. e se sembra che io stia fluttuando nell'oscurità. be', non riesco a credere che ti impedirei. impedirei di volare via. e piangerei 1000 volte di più. se è quel che ci vuole per farti navigare verso casa. navigare verso casa. navigare verso casa
so bene quali sono le regole. ma tu sai che scapperò. sai che ti seguirò. sopra la collina di silbury attraverso il campo inondato di sole. sai che ti seguirò
e se ti troverò. ti ricorderai ancora di come si gioca con i trenini?. o questa piccola sfera azzurra scomparirà del tutto?. sopra la collina di silbury attraverso il campo inondato di sole. sai che ti seguirò. so bene quali sono le regole ma tu sai che scapperò. sai che ti seguirò
queste lacrime che ho pianto. ho pianto 1000 oceani. e se sembra che io stia fluttuando nell'oscurità. be', non riesco a credere che ti impedirei. impedirei di volare via. e così piangerò 1000 volte di più se è quel che ci vuole per farti navigare verso casa. navigare verso casa. navigare verso casa"